Blackout digitale. Ritorno all’era analogica

nosignalBlackout di siti web e servizi internet bloccati per migliaia di utenti, non solo privati.

E’ successo di nuovo. Due importanti servizi web hanno subito un blackout di alcune ore: Tiscali e Facebook. A dimostrazione di quanto questi eventi siano più frequenti di quanto pensiamo e condizionino la nostra vita privata e professionale.

Basta pochissimo per interrompere le comunicazioni e impedire a migliaia di utenti di accedere ai servizi, nonostante la potenza della rete e la nostra indiscussa dipendenza dal mezzo. Inoltre, questi blackout procurano ingenti danni economici come è accaduto un paio di mesi fa quando le trasmissioni si erano interrotte anche per Google e Amazon, le due multinazionali statunitensi da cui dipendono milioni di iscritti in tutto il mondo.

Con l’avvento del digitale le nostre vite sono profondamente cambiate, soprattutto nel modo in cui facciamo comunicazione. Ognuno di noi, dotato di un computer o di un dispositivo mobile e di una connessione a internet è in grado di generare contenuti e di partecipare alle “conversazioni online”.

Che sia sui social network, nei forum o nelle community, persino la lingua usata è influenzata dalle nuove tecnologie (sempre collegati) e dai nuovi media (sempre aggiornati). Addirittura vengono coniate nuove parole come meme-internet, selfie e photobombing, espressioni emblematiche di questi tempi dominati dal mobile e dai social media. Motivo ancora più importante per sorvegliare la nostra reputazione online e quindi prestare molta attenzione all’idea che diamo di noi sul web.

Nonostante questi frequenti blackout non è dunque pensabile un ritorno all’era analogica, come in modo provocatorio avevo prospettato durante le precedenti trasmissioni interrotte, anzi, le previsioni digitali per il 2017 dicono che saremo sempre più connessi.

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