Televisione via cavo e contenuti online

Televisione via cavo e contenuti online

Nel settore della televisione via cavo stanno accadendo alcune importanti novità che riguardano anche il canale online.

Da una parte c’è la televisione, il vecchio mass media come lo conosciamo e le tecnologie a esso collegate, dall’altra i nuovi canali digitali e le opportunità di innovazione che offrono. Nel mezzo ci siamo noi, l’audience, e i contenuti di intrattenimento; due fattori principali in grado di spostare volumi di investimenti.

In Italia

Abbiamo iniziato a vedere qualche segnale di questa “battaglia” con la dichiarazione della discesa in campo di Sky e Mediaset, con i rispettivi canali Sky Online con Atlantic (ex River) e Infinity, per anticipare la venuta di Netflix, piattaforma di distribuzione online, che sbarcherà nel nostro mercato la prossima primavera.

In America

Qui lo scontro è più maturo: lo scorso 14 gennaio, la Time Warner Cable (TWC) di Robert Marcus ha detto no all’offerta di fusione della Charter Communications, comperitor diretto e secondo più grande operatore di contenuti via cavo in America per numero di iscritti dopo Comcast, con un’offerta di 62 miliardi di dollari compresi i debiti.

Nonostante il merge tra le due imprese fosse vantaggioso per respingere la concorrenza di compagnie telefoniche e di altri servizi di streaming (TWC e Charter insieme potrebbero abbattere i costi e avere più potere di negoziazione con i fornitori) che stanno attuando politiche aggressive per accaparrarsi clienti tramite il servizio internet, film e spettacoli televisivi, Robert Marcus ha rifiutato sperando di ricevere un’offerta migliore (anche per non cedere all’avversario la sua società), magari proprio dalla Comcast.

Speranza però volatilizzata poche settimane fa, quando il primo grande operatore degli Stati Uniti ha stretto un accordo per l’accesso a internet con Netflix proponendo un modello di business che potrebbe sbaragliare la concorrenza.

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Sempre sul fronte americano, Amazon, che già dispone di un servizio on demand di film e serie tv, è pronta a lanciare Amazon Tv. Jeff Bezos sta acquisendo diritti di trasmissione per show ritenuti interessanti per il nuovo canale via cavo e via satellite.

Intanto, sempre Netflix, ha annunciato che inizierà a usare per lo streaming l’Ultra HD con una risoluzione 4K (anche se al momento sono pochi i contenuti da offrire – Youtube ha attivato il supporto alla risoluzione 4K già dal 2010 -), perché se televisione via cavo vanta ancora numeri al di sopra del canale online, la macchina dell’intrattenimento sta cambiando soprattutto a colpi di copyright e innovazione.

Lo scenario

La penetrazione dei dispositivi mobile e il cambiamento delle nostre abitudini nel fruire dei contenuti (film, serie tv, musica, libri) stanno cambiando le carte in tavola alla macchina dell’intrattenimento. Se è vero che la televisione via cavo (terrestre e satellitare) è minacciata dai nuovi broadcaster nelle preferenze dei giovani e della cosiddetta Generazione 4 C, grazie alla facilità di creazione e produzione di contenuti, (basti pensare al colosso Youtube per la condivisione video), il mass media tradizionale continua a macinare numeri in termini di audience e monetizzazione pubblicitaria ben al di sopra del canale online.

Questo fattore spinge la maggior parte delle case di produzione a cedere ancora tutti i diritti di copyright sui contenuti d’autore alla televisione, ma assistiamo anche a molti casi già di successo con tanto di riconoscimenti e premi, dove i contenuti sono prodotti in casa, come per la HBO e la Netflix, rispettivamente autrici e produttrici delle serie tv “Games of Thrones” e “House of cards”.

Da una parte quindi la televisione sta cercando un incontro con i social media sdoganando format che richiedono sempre più l’interazione con il canale online (non ultima la notizia che il Grande Fratello avrebbe coinvolto blogger e influencer nel reality per attirare pubblico), dall’altra grandi multinazionali hi-tech come Intel, Sony, Google si stanno organizzando per lanciare un proprio canale televisivo in streaming, visto che il settore della Pay-tv non è in crescita e semmai accessorio a offerte di connessione a banda larga.

L’espressione “Play Video” un giorno potrebbe sostituire “accendere la televisione” e “vedere un film”?

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