Creativi nella vita e sul lavoro

Nonostante la psicologia applicata e gli strumenti tecnologi ci aiutino a capire cosa ci emoziona e ci colpisce di più per proporre una comunicazione mirata (non sempre ottenendo i risultati attesi), ancora non conosciamo la “formula” per essere creativi nella vita e sul lavoro.

Davide Giansoldati, consulente marketing online ed e-commerce, scrittore e formatore, da anni si occupa di nuovi media e comunicazione anche attraverso il blog di scrittura creativa e i corsi di Yoga della risata. Recentemente ha presentato il libro “Scrivilo! – Dal foglio bianco al racconto” con Ivan Ottaviani, attore e formatore. Motivo per cui mi è sembrato giusto intervistarlo su questo tema.

Creativi nella vita e sul lavoroCiao Davide, ti ho conosciuto prima come autore e poi come marketer, ma penso che potrei definirti un “comunicatore” visto che la tua attività è a 360°.
In che modo oggi è utile rivolgersi a un comunicatore e come questa figura interagisce con i nuovi media?

– Puoi rivolgerti ad un comunicatore iniziando a dargli del Tu: i social network hanno abbattuto una serie di barriere formali e di gerarchie superate. Comunicare significa conoscere e usare i nuovi media, significa viverci dentro, tuffarsi e nuotare in questi mondi digitali per viverne l’esperienza in prima persona.

A quale settore appartengono le aziende che ti chiedono questo tipo di servizio (Coaching/Creative problem Solving) e cosa si aspettano di ottenere?

– Non c’è un settore specifico per queste richieste che mi arrivano dal mondo del turismo, dell’editoria, dello sport e salute e della moda. Hanno tutte però un comun denominatore: la voglia di innovare e di pensare fuori dagli schemi.

Ci puoi dare la tua definizione di “Creative Problem Solving facilitator”?

– Il facilitatore di Creative Problem Solving, stimola la nascita e lo sviluppo delle idee nel gruppo risorse che lavora sulla sfida: è una figura neutra e trasparente che fluidifica senza guidare o suggerire soluzioni, prepara il campo, lo fertilizza, ma poi sono i partecipanti a seminarlo e a prendersi cura delle piantine.

Quali sono le regole per comunicare (bene) online e offline?

– La prima regola è quella di mettersi nei panni di chi ascolta, di parlare usando un linguaggio che l’altra persona possa capire e comprendere, in modo che ci possa essere uno scambio, un confronto reciproco. Quando comunico il mio obiettivo principale è che chi mi ascolta capisca, non che sia impressionato dall’uso di termini tecnici o specifici che potrebbero anche farlo sentire impreparato.

La comunicazione/lingua cambia in base al mezzo utilizzato. Parlando di social network e personal branding, come gestisci i tuoi profili professionali/privati?

– Le mie opinioni personali le condivido sul mio account Facebook o sul mio profilo Twitter, se parlo di lavoro, principalmente lo affido a fan page e account dedicati a quell’argomento. A volte se il messaggio è di interesse generale e/o trasversale incrocio i profili per amplificarne la portata.

La “creatività” è uno strumento molto potente. In che modo possiamo incentivarla? E’ possibile usare la creatività in modo “scientifico” per risolvere le questioni quotidiane?

– Sì, la creatività è come un muscolo, più lo alleniamo più si sviluppa e si manifesta. Il Creative Problem Solving americano e le diverse derivazioni europee sono metodi studiati per approcciarsi in modo strutturato alla generazione di idee creative. Da dove partono questi metodi e perché sono così efficaci? Tutto parte da una semplice regola: sospendi il giudizio. Lavorare con la creatività significa muoversi in uno spazio e un tempo in assenza di giudizio: le idee non vengono giudicate, sono bandite espressioni come “non mi piace”, “che schifo”, così come “bella questa idea!”; sono tutti giudizi che possono influenzare l’atto creativo.

Scrivilo-dal-foglio-bianco-al-raccontoHai appena pubblicato un libro: Scrivilo! – Dal foglio bianco al racconto. A chi si rivolge e quanto possiamo trovare della tua esperienza professionale e personale di comunicatore?

– Scrivilo! E’ un libro per tutti. Quando io e Ivan l’abbiamo scritto, abbiamo pensato ad un progetto che potesse interessare più persone possibile e le storie che ci hanno scritto i lettori lo confermano. Il feedback più bello ci è arrivato da Stefania: “Grazie al vostro libro ho scoperto di avere una passione in comune con alcuni amici.
Mi hanno visto leggerlo e abbiamo iniziato a parlare di scrittura e ora stiamo lavorando insieme ad una antologia di racconti”. Scrivilo! è il risultato dell’esperienza sia mia che di Ivan: e, come hanno detto alcuni amici che ci conoscono entrambi, non è la somma della vostra esperienza, ma ne è la moltiplicazione.

Arriviamo ai corsi di Yoga della risata 🙂 Di fatto, cosa accade durante la lezione?

– Lo Yoga della Risata è creatività allo stato puro, è un approccio diverso per entrare in contatto con l’essenza creativa dentro di noi. La risata, gli esercizi di radicamento, le tecniche di rilassamento e di respirazione, mettono i partecipanti nel giusto stato per creare, esplorare ed esprimere il proprio vero sé.

Lo Yoga oltre che mentale è una disciplina anche fisica. Ci sono degli esercizi che possono favorire la “creatività”?

– Tutto parte dal fare spazio, dallo svuotare la mente. Lo Yoga aiuta molto in questo: l’attenzione che bisogna portare al corpo, agli allineamenti e al respiro, fa sì che non ci sia tempo per pensare a nulla.

Hai un paio di consigli per automotivarci nella vita e sul lavoro?

– Nello Yoga della Risata, ogni due o tre esercizi diciamo ad alta voce “Molto bene, Molto bene, Yeah!” e lo accompagniamo da un gesto di apertura di tutto il corpo che ne amplifica il messaggio.
Molto bene, molto bene Yeah diventa una specie di mantra da ripetere più e più volte fino a diventare parte della nostra quotidianità: ci aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno, perché, a vederlo mezzo vuoto, di vantaggi io non ne ho ancora trovati.

Anobii

Cosa ne pensi della recente acquisizione del social network dei libri “Anobii” da parte della Mondadori?

– Meno male… sono stato uno dei primi utilizzatori di Anobii e ho assistito al suo lento declino degli ultimi anni: era uno splendido sole che splendeva nel cielo della rete e ora rischiava di implodere in un buco nero che si sarebbe portato via tutte le nostre recensioni e contributi. Spero proprio che lo rilancino e che torni a essere un grande astro.

Grazie Davide, spero ti sia anche divertito a rispondere a tutte le mie domande 🙂

Forse potrebbe interessarti anche l’intervista a Sabrina Lembo, traduttrice e recensionista critica, sui fenomeni linguistici ai tempi dei social network.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.