Come scrivere un case study per attrarre clienti

Come scrivere un case study

Forse ti starai chiedendo cosa sono i case study e perché sia utile condividerli con il proprio pubblico di riferimento.

Partiamo dalla definizione di case study o casi studio in italiano. A differenza delle testimonianze che sono i feedback lasciati dai clienti dopo aver fruito di un servizio, il case study è un documento redatto direttamente dall’azienda. In un testo non più lungo di una o due pagine al massimo, viene raccontato in che modo un cliente ha risolto un problema o migliorato una situazione iniziale attraverso l’utilizzo del marchio o del prodotto dell’azienda.
Il documento dovrebbe essere supportato da dati statistici che dimostrano il cambiamento (la risoluzione del problema del cliente) avvenuto durante e dopo l’intervento.

Sappi che il case study è un potente strumento di persuasione che dovresti utilizzare all’interno del tuo sito e della tua strategia di email marketing, per istruire il tuo potenziale pubblico sulle opportunità offerte dai tuoi servizi. Questo perché chi leggerà il documento, probabilmente alla ricerca di una soluzione per uno stesso problema, si immedesimerà con il fatto esposto e vedrà nel tuo marchio o prodotto la soluzione.

L’esposizione di un case study, grazie all’analisi dei vari scenari e alla scelta della soluzione che ha portato a un risultato concreto, è utile ad accrescere l’autorevolezza dell’azienda all’interno del suo settore.

Come si scrive un case study

Solitamente, il case study descrive il problema iniziale del cliente e prosegue con la soluzione con cui l’azienda si è proposta di intervenire, senza proclami ma narrando in modo analitico l’episodio.

Il linguaggio deve essere semplice e di facile comprensione. Dovrai elencare una serie di informazioni tecniche come, ad esempio, il periodo entro cui si è operato, gli strumenti utilizzati – in questo caso il prodotto o il servizio dell’azienda, ma potrebbero essercene anche altri – e anche l’entità del budget investito, se non si tratta di un dato sensibile.
Infine, il risultato ottenuto corredato di dati concreti come statistiche di crescita e grafici.

Il case study può contenere immagini del marchio o del prodotto usato e dovrebbe concludersi con i riferimenti dell’azienda, magari del responsabile commerciale perché chi è interessato possa subito mettersi in contatto per chiedere informazioni o un preventivo.

In genere, il titolo del documento esprime il beneficio ottenuto e la metodologia usata, ad esempio: “Come l’attività di lead nurturing ha generato il 33% del fatturato aziendale”, e spesso è accompagnato da un sottotitolo per fornire alcuni dettagli in più sul caso.

Dal momento che il case study racconta un caso reale, dovresti ottenere l’autorizzazione da parte del cliente a utilizzare nomi e dati. Se il cliente è rimasto soddisfatto del tuo intervento, stai sicuro che accetterà di buon grado di ricevere un po’ di visibilità gratuita tramite i tuoi canali media. Potreste perfino redigere un documento a quattro mani sul quale apporre entrambi i loghi.

Tuttavia, qualcuno potrebbe voler rimanere anonimo. In questo caso, dovrai omettere tutto ciò che è riconducibile al tuo cliente, il che renderà più debole l’esposizione del caso, ma potresti trasformare il contenuto in un “evergreen” da utilizzare come modello per una specifica nicchia.

Conclusione

Va bene raccontare qualsiasi caso studio? No, dovresti raccontare solo i casi di successo. Se gli esempi sono molteplici, una buona idea è dividerli in tipologia di cliente o di settore così da rendere più immediata l’immedesimazione da parte di chi legge.
Anche se non si tratta di una testimonianza, potresti chiedere al cliente un virgolettato da inserire all’interno del tuo caso studio.

Impostata la struttura potrai usarla come modello per tutti i futuri case study, che potresti raccogliere all’interno di una area dedicata del tuo sito con opportune call to action così da attivare ancora più conversioni tramite il blog.

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