Facebook penalizza gli autopost

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Bye bye a tutti i post che annunciano il livello raggiunto su Candy Crush o alla notifica dell’ultima canzone ascoltata su Spotify e anche alla visualizzazione tramite un’applicazione di fitness della quantità di calorie bruciate nel giorno. Facebook ha annunciato che ci sarà più controllo sui contenuti generati in automatico: in pratica verranno penalizzati i post pubblicati in automatico da applicazioni di terze parti nel News Feed degli utenti.

Al riparo da questo nuovo aggiornamento di algoritmo sono invece le piattaforme di social condivisione come Hootsuite, Scoop.it, Buffer, Instagram, MailChip e molte altre che postano è vero in automatico sui social network, ma attraverso una programmazione volontaria (esplicita) del contenuto.

Dalla Content Curation alla Digital Reputation, il fine ultimo della promozione attraverso la rete di aziende e professionisti del web è ottenere visibilità, ma prima Google cambia l’algoritmo e dopo Panda e Penguin introduce Hummingbird (in italiano “Colibrì”), poi Facebook annulla il duro lavoro dei brand e degli amministratori di pagine nell’ottimizzazione dei risultati della “portata organica” con i continui ritocchi all’EdgeRank (l’algoritmo proprietario).

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Secondo la definizione di Facebook la portata organica per ciascun post della Fan Page corrisponde al numero di persone che hanno visto (non necessariamente visualizzato) il post nella sezione Notizie, compreso le persone che navigano da un dispositivo mobile. La portata totale include il numero di singole persone che hanno visto qualsiasi attività della Pagina, compresi post, post di altre persone, inserzioni sui “Mi piace” della Pagina, menzioni e registrazioni. La portata organica di ogni post è visibile dagli Insights per le Pagine raggiungibili dal bottone nel menù in alto.

Facebook a partire dal 2012 ha iniziato ad accorciare sempre più la corda agli amministratori delle pagine che, aggiornamento dopo aggiornamento, hanno visto crollare l’ingaggio generato dai propri post, soprattutto se provenienti da applicazioni terze, e quindi la portata organica, non a pagamento, della comunicazione fatta attraverso le pagine aziendali. A fine 2013 annunciava poi la lotta ai contenuti quantitativi che infestavano le bacheche di tutti con meme-internet e cuccioli, a favore di post di qualità e siti di news e attualità.

Questo sempre nell’ottica di voler fornire all’utente l’esperienza migliore, visto che comunque le persone connesse al social network (non solo privati ma tanti brand) sono sempre di più ed è in aumento la tendenza di condividere e di connettersi a nuove Fan Page. Facebook, nel nuovo Newsfeed, filtra per ognuno di noi 1.500 aggiornamenti al giorno, restituendocene 300.

Oltre alle “buone intenzioni” dichiarate, sia il motore di ricerca più famoso al mondo già citato sia il social network blu prevedono strumenti professional per la promozione online mentre queste attività che riguardano i risultati organici non sono a pagamento.

Qual è la differenza tra portata organica e a pagamento?

La portata organica corrisponde al numero totale di persone a cui sono stati mostrati i post mediante distribuzione non a pagamento. La portata a pagamento equivale al numero totale di persone a cui sono stati mostrati i post grazie alle inserzioni.

Facebook mette a disposizione una larga offerta di prodotti per la promozione a pagamento, Facebook ADS, consentendo alle aziende di raggiungere il proprio pubblico attraverso inserzioni altamente targhettizzate su eventi e/o singoli post, programmandone l’orario e le metriche.

Ancora pochi giorni fa, il lancio del restyling delle Fan Page sempre più simili ai profili personali ha fatto pensare a un’ulteriore mossa per favorire l’uso della native advertising.

Gestisci una pagina aziendale? Hai provato Facebook ADS? Lasciami nei commenti la tua esperienza. A presto!

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