SEO in pratica cosa fare

Seo strategie pratiche

Dopo aver introdotto quello che c’è da sapere sulla SEO, Search Engine Optimization, nelle prossime righe mi riprometto di suggerire strategie e strumenti utili per la SEO, in altre parole per il posizionamento sui motori di ricerca.

Che tu sia blogger di mestiere o per passione oppure il gestore dell’identità di un brand dovrai conoscere e saper usare i tool e le tecniche per posizionare i contenuti prodotti tra i primi risultati di ricerca per una determinata parola chiave (o gruppo di keyword) attinenti a un argomento specifico.

La cosa da tenere bene a mente quando si tratta di traffico organico è che ottenere un buon posizionamento non è una 100 metri, ma un’attività lunga e costante molto più simile a una maratona.


SEO: 3 strategie e strumenti utili


1) individuare le parole chiave strategiche

Per trovare le keyword specifiche della tua nicchia da usare all’interno dei contenuti in modo che a specifica ricerca per parole chiave (query) salti fuori il tuo sito, puoi usare lo strumento Keyword Tool by Google.

Questo tool per la pianificazione delle campagne AdWords, un tempo era gratuito per tutti. Ora lo puoi utilizzare solo se hai attivato un profilo pubblicitario su Google. Se così non fosse, ti segnalo Ubersuggest, acquisito dal marketer internazionale ed esperto SEO Neil Patel, che presenta funzioni similari.

Il pianificatore di parole chiave di Google ti consente di ottenere nuove idee per le tue keyword, oltre a una serie di informazioni sui volumi di ricerca nel tempo (per questa funzione c’è anche lo strumento Google Trends), sulla competitività di ciascuna e sul tipo di traffico (es. desktop o mobile, paese di provenienza).

Usa l’opzione “Cerca nuove idee per le parole chiave e gruppi di annunci” per selezionare il set di keyword che meglio rappresenta la tua nicchia per studiare la tua strategia di content marketing.


2) lavorare sui fattori off-site facendo link building


Un metodo per farlo è essere ospitati da siti, forum e blog autorevoli che trattano la stessa nostra materia attraverso un nostro articolo, anche detto guest post, contenente nella firma il link diretto al nostro blog.

Può avere lo stesso tipo di effetto anche la partecipazione attiva a un forum o a una community dove lasceremo dei commenti a tema o anche rivolgersi a tutti coloro che fanno scambio di link o banner del nostro stesso settore con una richiesta diretta di visibilità.

Tuttavia, dopo l’introduzione di HummingBird, l’algoritmo che punisce i contenuti spam e non originali e i link baiting (= link esca), queste pratiche di scambio visibilità sono considerate delicate perché a rischio di penalizzazioni da parte di Google, a volte anche ingiustamente.

Google sembra voler assegnare la totale responsabilità della bontà dei link in entrata o back link, proprio a chi li riceve. In una strategia di link building “pulita” dovremmo quindi valutare ogni singolo link in entrata perché essere bannati dai risultati di ricerca per una parola chiave o per l’intero sito, perdendo quindi il posizionamento fino a quel momento raggiunto, può rivelarsi una brutta esperienza!

Allo scopo ci sono programmi come Majestic SEO anche nella versione gratuita e Opensite Explore, che analizzano i siti che ci linkano.


3) puntare sul link earning, cioè i link guadagnati


Lo diceva Bill Gates già nel 1996 e vale ancora di più oggi: content is the king! Un modo certo per distinguerti sui motori di ricerca è creare contenuti interessanti che le persone vogliono leggere. La strategia digitale migliore è individuare la tua nicchia, gli argomenti chiave e produrre valore attraverso contenuti che possano attrarre il tuo pubblico. Alcuni contenuti “calamita” sono:

  • liste di risorse utili (ad esempio fai una raccolta di piattaforme o strumenti migliori per…);
  • interviste agli influencer di settore, cercando di essere il primo a chiedere qualcosa di innovativo;
  • i cosiddetti “How to”, cioè delle guide che approfondiscono un argomento specifico;
  • set di tool gratuiti che possono essere condivisi dagli altri (layout, infografiche, plugin).

Per capire se stiamo facendo un buon lavoro è importante analizzare sempre le performance del nostro sito, attraverso le varie piattaforme social di analisi e gli strumenti per Webmaster di Google, tramite i quali, ad esempio, è anche possibile rifiutare link.

In conclusione, le regole della SEO sono costantemente in evoluzione perché i motori di ricerca, Google in testa (usato nel 90% dei casi), sfruttando decine di fattori diversi per restituire un risultato personalizzato a chi fa una ricerca, diventano ogni volta più complicati.

Metterle in pratica per ottenere ottimi risultati è difficile se non si è degli specialisti della materia. Inoltre, la SEO richiede costanza e tempi lunghi di realizzazione, avvalendosi di tutti i canali e i formati a disposizione (hai pensato ai microcontenuti?).

Ad ogni modo, conoscere il funzionamento di base dei motori di ricerca è utile per avere una migliore presenza aziendale e personale su internet.

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2 commenti

  1. Giulio 4 Novembre, 2014 Rispondi

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