Esperimento di content curation per la ​SEO

Content curation per la seo

La cura dei contenuti è un’attività sempre più usata nei piani di web marketing delle aziende con la definizione di Content Marketing Strategy. Curare i contenuti consiste nello scoprirli, selezionarli e riadattarli arricchendoli attraverso 5 tipologie di creazione differenti, per poi condividerli allo scopo di creare valore. Per questa operazione esistono più piattaforme di content curation nella versione gratuita e a pagamento che ci vengono in soccorso.

Tuttavia, creare contenuti da zero può essere un’attività molto dispendiosa, considerando che il contenuto una volta pubblicato ha un ciclo di vita destinato a spegnersi nel tempo. Riproporlo sottoforma di microcontenuto, non solo allunga la sua durata, ma può essere utile anche a incrementare la SEO cioè la sua rintracciabilità nei risultati dei motori di ricerca.

Incrementare la coda lunga nei risultati di ricerca

Parole chiave esatte, cioè formate solo da uno o due termini, si rivelano molto competitive e per questo difficilmente riusciremmo a posizionarci nei primi risultati dei motori di ricerca. Un metodo alternativo potrebbe essere quello di usare all’interno di una strategia di content marketing le “long tail keyword“, ovvero frasi che contengono più parole chiave.

Dal punto di vista dei motori di ricerca, un contenuto “buono” per il lettore è quello che trasmette valore e quindi merita visibilità. Avere una sezione del proprio blog o sito dedicata ad articoli di uno specifico argomento o topic, può essere utile per aumentare la coda lunga (long tail) delle nostre keyword di riferimento.

L’impatto di Curation sul ​​SEO

Come utilizzare un’attività di content curation per la seo? Prendendo spunto da un esperimento condotto da Scoop.it la piattaforma di content curation, è possibile determinare l’impatto della content curation sulla SEO attraverso i nostri contenuti. In particolare, si procede scegliendo un post già pubblicato sul nostro blog, provando a riscriverlo in 3 versioni differenti con l’accortezza di applicare la cura dei contenuti: arricchendolo cioè di informazioni. Dopo uno studio preliminare sull’uso della keyword utilizzata nel contenuto originale, possiamo apportare quelle modifiche per ottimizzare il nuovo materiale. Possiamo aggiungere immagini e anche video.

Google Webmaster query di ricerca

Attraverso Google Analytics o altri strumenti per l’analisi del traffico, trascorso un certo periodo dalla pubblicazione, procediamo con il verificare quale dei post ha ricevuto più visite, se la nostra keyword è salita di posizione e in generale se ha ricevuto vantaggi dalla ripubblicazione del contenuto.

Questa tecnica possiamo usarla più volte nel tempo, ovviamente per post sempre differenti, per verificare in quali varianti il valore SEO è sceso o ha guadagnato con il profitto ulteriore di avere sempre nuovi contenuti da pubblicare sul sito o blog. Non tutti i contenuti si prestano all’esperimento, in generale però il contenuto curato ha lo stesso potenziale di classifica dei nuovi contenuti.

Hai provato a mettere in pratica questo esperimento? Con quali risultati? Se ti va, fammelo sapere nei commenti oppure condividi il post se ti è sembrato utile! A presto 🙂

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6 commenti

  1. @robertomorra 12 Maggio, 2015 Rispondi
    • Maura Cannaviello 12 Maggio, 2015 Rispondi
      • @robertomorra 12 Maggio, 2015 Rispondi
  2. Maura Cannaviello 12 Maggio, 2015 Rispondi
  3. Risorse Web 15 Maggio, 2015 Rispondi
  4. Maura Cannaviello 15 Maggio, 2015 Rispondi

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